Chiese, santuari e Pievi

Santuario di Sant’Emiliano

Antico luogo di culto immerso in un paesaggio suggestivo

L’antico Santuario di Sant’Emiliano si erge a guardia dell’abitato di Sarezzo e della Media Valle Trompia.

Il santuario è raggiungibile da quattro diversi sentieri che partono dai comuni di Sarezzo, Lumezzane, Marcheno e Gardone Val Trompia. Dalla frazione saretina di Zanano sale una strada, che consente di arrivare in auto fino a 500 metri dal santuario. Per informazioni specifiche sulle vie d’accesso, è consigliabile consultare il sito web del GAM Sarezzo dedicato al Santuario di Sant’Emiliano!

L’architettura

La facciata della chiesa ha una foggia inconsueta in cui convivono ed emergono tutte le funzioni del fabbricato. Il registro inferiore è interamente occupato da un basso porticato, la parte mediana della facciata è priva di qualsiasi carattere architettonico e vi si aprono due semplici finestre rettangolari che arieggiano i locali per l’ospitalità dei pellegrini. Infine, abbiamo il frontone del tempio, costituito da un semplice timpano triangolare sorretto da due cantonali.

In occasione di recenti interventi è stata realizzata una croce in oculo a sottolineare la sacralità dell’edificio. Un’antica lapide, probabilmente aggiunta durante la costruzione del porticato settecentesco, dice che la chiesa sarebbe sorta nel corso del 1200. Superata la soglia ci si trova immersi in un ambiente semplice e tradizionale: dapprima si nota la consueta struttura della navata unica coperta da un tetto a capanna e un arioso arco traverso che divide lo spazio con la sua mole decorata da grandi angeli monocromi novecenteschi. Al lato sinistro emergono, fra pavimento e murature verticali, ampi squarci di pietra viva che conferiscono un carattere più rustico allo spazio. Alla parete di destra è appesa la grande pala centinata dipinta da Giovan Battista Botti nel 1746, che ritrae le figure dei santi Barnaba, Vincenzo Ferreri e Fermo in venerazione della Vergine con il Bambino.

Recenti lavori di restauro del tempio, conclusi dal ripristino della pavimentazione in cotto, hanno messo in risalto le fondazioni dell’abside romanica del tempio, a profilo semicircolare, impostata direttamente sull’attuale arco santo. Notevole il grande altare maggiore, che custodisce le due statue lignee dei Santi Emiliano e Tirso e della Madonnna del Sodalto: opera del secolo XVIII, presenta la tradizionale fattura in pietra chiara a definire gli elementi architettonici e strutturali dell’insieme mentre marmi verdi e rosati riempiono in modo uniforme le campiture delle superfici nelle specchiature; è certo un’opera successiva al 1733, come denuncia il chiaro riferimento agli altari della chiesa bresciana di S. Maria della Pace, disegnati dal veneziano Giorgio Massari.