Chiese, Santuari e Pievi

Santuario di Sant’Onofrio

Antico luogo di culto a Bovezzo

Il Santuario di Sant’Onofrio è situato nel comune di Bovezzo, ma raggiungibile comodamente in automobile da Lumezzane, il complesso ha origini antiche sebbene venga citato per la prima volta solo nel 1505.

Oggi, chi raggiunge la chiesa trova un edificio abbastanza omogeneo le cui pertinenze sono cresciute nei secoli sino a ricoprire tre dei quattro lati del tempio e fondendosi in modo uniforme alla facciata: le falde continue disegnano il profilo a capanna di tutto il fabbricato e solo due tozzi obelischi indicano i limiti effettivi del fronte chiesastico alleggerito anche dal finestrone centrale, in asse con il portale, e da una seconda finestrella a servizio dei pellegrini che potevano così vedere l’altare anche quando il tempio era chiuso.

Il ciclo pittorico

Lo spazio sacro è composto da una semplice navata rettangolare, ma ciò che sicuramente colpisce è il ricco ciclo pittorico che ricopre la quasi totalità della navata con una serie di scene, narranti la vita dell’anacoreta. Esauritosi ormai l’entusiasmo della scoperta, che attribuì a inizio del XX secolo tutto il cinquecentesco ciclo al pittore Girolamo da Romano, il celebre Romanino, è oggi possibile riconoscervi più mani, riconducibili comunque alla scuola bresciana (come quelle del pittore Altobello Melone). Oltre il semplice altare in muratura si staglia un’ancona lignea di inizio Ottocento, sebbene di gusto più arcaico, contenente le statue lignee della Vergine e dei santi Firmo e Onofrio: opere di discreta fattura nonostante le pesanti ridipinture novecentesche. La statua di S. Onofrio presenta, in particolare, nel modellato anatomico e nell’aureola, particolari che fanno sospettare un’origine più antica.

Accanto all’altare sono fissate due porte lignee ottocentesche dipinte a finto marmo. Le porte presentano nella parte sommitale una serie di spuntoni per sorreggere dei ceri ricordando così le porte delle macchine dei Tridui, ampiamente diffuse ed usate dalla tradizione bresciana a partire dal Settecento.